Nel pugilato, l’uso specifico del caschetto boxe protettivo (che deve essere di tipo omologato dalla FPI o dall’AIBA, non uno qualunque) è obbligatorio per gli incontri a livello dilettantistico (che trova nelle Olimpiadi la sua massima espressione).

Il regolamento per i dilettanti è chiaro non solo sull’uso del casco boxe ma anche della canottiera e del paradenti (quest’ultimo obbligatorio per tutti) e su tali regole non si transige: è stata modificato il tempo delle riprese a 3 minuti, ma la regola del casco e canottiera sono rimaste invariate e rigide.

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Il caschetto box è imbottito appositamente per attutire gli urti dei colpi inferti dagli avversari sul ring, durante il match, e prevede una protezione integrale (nuca, orecchie, zigomi, mento e fronte inclusi).

Origine dell’uso del casco

Indossare il casco è tassativo anche in altri sport come il motociclismo, il baseball, il ciclismo, il football, per i piloti di Formula 1.

Questo copricapo protettivo, il cui lontano antenato è l’elmetto, viene usato sia in specifiche attività lavorative che nello sport e serve, appunto, per proteggere la testa da impatti improvvisi.

Il 30 maggio 1903 il campione di ciclismo su pista statunitense Harry Elkes, mentre provava la pista del velodromo di Boston, ebbe un incidente mortale: fu travolto da uno stayer e la sua testa venne schiacciata dalla ruota del veicolo. Da quel momento, si discusse e si decise per l’obbligatorietà di usare il casco protettivo nelle gare di velocità e, negli anni, questa regola divenne tassativa anche per il caschetto boxe usato negli incontri a livello dilettantistico.

Fin dall’inizio, i caschi in genere vennero realizzati in cuoio rigido al pari dei primi aviatori.

In Italia, l’obbligo del casco sia durante le prove che nelle gare vere e proprie di determinati sport rischiosi risale al 1922, alla 3° Coppa d’Inverno sul circuito di Montichiari, gara motociclistica.

Evoluzione tecnica dei caschi e caratteristiche del caschetto boxe

I caschi, dagli anni Venti in poi, hanno subito notevoli cambiamenti ed evoluzioni tecniche nella forma, struttura e materiali utilizzati per la realizzazione e l’imbottitura.

Sughero, polpa di legno, tela, lega leggera, fibra vulcanizzata, poliestere, fibra di vetro (dal 1954), caschi pneumatici gonfiabili e l’aggiunta del coprinuca al sottogola.

La calotta dei caschi da moto o Formula 1 – che deve essere resistente per ridistribuire la forza d’urto su gran parte del casco e rimanere il più possibile integra – può essere realizzata in ABS, policarbonato, PVC, STC (tecnopolimero), polimeri tecno plastici, carbonio, materiali compositi (PFL), kevlar, fibra aramidica, ecc. mentre per l’imbottitura (il sistema per ammortizzare i colpi) in genere si utilizza polistirolo espanso, che assorbe l’urto gradualmente e che presenta canali di aerazione.

Il caschetto boxe ha una forma e struttura diversa:

  • la calotta è realizzata, attualmente, in materiali come poliuretano lucido, PVC, pelle (come i prodotti Adidas), pelle di bufalo (morbido, elastico e molto resistente presente nei modelli Leone) o Bayflex, materiale innovativo brevettato della Top Ten;
  • L’imbottitura viene realizzata in materiali come EVA (etilene vinil acetato) e resina espansa a bassa densità o poliuretano.

La zona più interna della calotta è rivestita in tessuto anallergico o traspirante, gommapiuma od altri materiali espansi per creare lo giusto strato morbido tra testa e calotta.

Il sottogola, che in passato aveva un sistema di chiusura a fibbia, per il caschetto boxe prevede oggi un sistema di chiusura  elastico a velcro con aderenza perfetta.

Il caschetto boxe è progettato per proteggere tutta la testa (con protezione anti-shock anche su nuca, orecchie, zigomi, mento e fronte): può essere provvisto di visiera (maschera) removibile in policarbonato ultra resistente o di griglia estraibile in metallo.

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Caschetti kick boxing e boxe in vendita online

Il sito e-commerce di maggior spicco per la vendita online dei più svariati modelli di caschetto boxe è Combat Arena: ai primi posti del suo catalogo di caschetti di alta qualità realizzati con le migliori imbottiture, ritroviamo i vari casco boxe a marchio Leone 1947, storica azienda specializzata in articoli sportivi specifici per pugilato (il suo ampio catalogo include i migliori modelli di scarpe e guantoni boxe), cui seguono i caschetti targati Top Ring, Top Ten, Venum e Adidas.

I prezzi vanno da un minimo di 35 euro ad un massimo di 116 euro a seconda delle marche e dei modelli.

I caschi selezionati da Combat Arena fanno da valido supporto sia in gara che durante l’allenamento di kick boxing e pugilato e se ne trovano in diverse varianti: con parazigomi, paramento, visiera, griglia estraibile (per evitare traumi al viso) e da combattimento vero e proprio senza protezione per il viso.



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